Buffet aziendale natalizio: prima regola non si risparmia sul catering


Manco poco… pochissimo al Natale e ancora meno all’evento (forse più importante) annuale aziendale: la cena di Natale. È l’incontro che unisce l’intera squadra: dal manager al dipendente appena arrivato, al di fuori dell’ambiente di lavoro. Un’atmosfera rilassata e cibo di qualità sono i due ingredienti fondamentali per favorire il senso di appartenenza e migliorare le relazioni tra le persone che formano il cuore pulsante dell’impresa.

Non si tratta dunque solo di salutarsi e augurarsi felici feste, ma di celebrare il lavoro svolto insieme e sentirsi parte di una famiglia allargata ed è per questo che offrire un catering di bassa qualità, si traduce in una mancanza di rispetto e considerazione nei confronti degli invitati; non importa se sia un brindisi, un aperitivo o una cena… il risultato non cambia. Ecco perché abbiamo deciso di regalarti tre dei nostri migliori consigli.

#Relax

Tra i due ingredienti fondamentali, qualche riga fa abbiamo accennato ad un’atmosfera rilassata, ma cosa si intende? L’ambiente di lavoro quotidiano è spesso molto stressante: ritmi serrati e consegne da rispettare non lasciano di certo spazio a divagazioni. Durante la cena di Natale sono banditi discorsi lavorativi. Questo è il modo migliore per riuscire a rilassarsi, dimenticarsi ruoli e responsabilità e conoscersi come persone.

#Catering

“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è mangiato bene” – Virginia Woolf –

Il cibo non è a corredo dell’evento. Possiamo aver prenotato una location favolosa, avere invitati impeccabili, ma se i piatti sono di qualità discutibile, allora l’intero evento sarà un fallimento. In generale il catering è da sempre uno degli aspetti più importanti per la riuscita di una cena. Proviamo un secondo a ricordare… quanti ristoranti sono nel nostro libro nero perché abbiamo mangiato male? Tra questi quanti erano magari in un luogo meraviglioso?

Bisogna affidarsi ad un servizio catering eccellente. Ciò non vuol dire avere un’offerta esotica o particolare, ma avere prodotti di qualità, stagionali e una presentazione gustosa e creativa, oltre ad essere in grado di proporre alternative per chi ha esigenze particolari (intolleranze, allergie…).

#Personalizzazione

Sentirsi apprezzati è probabilmente il desiderio principe di ogni dipendente. Un invito con un messaggio personale e personalizzato è uno di quei piccoli gesti che possono fare la differenza. Un invito impersonale e poco curato stimola invece il desiderio di non partecipazione, perché percepito come se la propria presenza non fosse necessaria. Se hai avuto in passato una bassa affluenza alla cena aziendale natalizia, prova a mettere in pratica questo consiglio.

Scrivici se vuoi avere altre informazioni… nel frattempo ti auguriamo un sereno Natale.

 

 

5 motivi per cui dovresti affidarti ad un catering per il tuo evento aziendale

Organizzare, pianificare e ospitare un evento di qualsiasi dimensione è un compito oneroso. C’è una lunga lista di cose da fare e sempre troppo poco tempo prima della data dell’evento.  Questa lunga lista può trasformare l’intero processo in uno stressante calvario.  Nella nostra mente, come fornitori di catering, gli eventi dovrebbero essere solo divertenti e piacevoli, sia durante, sia nella fase organizzativa. Una parte molto importante della pianificazione riguarda il cibo: bisogna sapere quanti invitati ci saranno, immaginare quali e quante portate offrire, preparare i cibi, servirli e sistemare tutto quando gli ospiti vanno via. Sembra un gran lavoro, ma è un lavoro che amiamo fare.

Qui di seguito ti presentiamo 5 importanti motivi per cui dovresti valutare di rivolgerti ad una società di catering per il tuo prossimo evento aziendale.

 

  1. Meno stress

Come abbiamo detto, pianificare un evento richiede molto tempo ed energie. Dalle decorazioni, agli inviti, al cibo e bevande – ci sono molti elementi che contribuiscono a rendere un evento completo e ben riuscito. Una società di catering può assisterti nella pianificazione di uno degli aspetti principali: il cibo. Pensare a quali cibi scegliere può essere molto stressante. Una società di catering può risolvere facilmente questo problema e farsi carico di tutto il lavoro.

 

  1. Risparmio di tempo

Quando si sceglie una società di catering non è più necessario pianificare, preparare e servire il cibo, immagina quanto tempo risparmiato! Pensare a quali pietanze proporre, comperare gli ingredienti, cucinare per ore, apparecchiare e servire… questo richiede moltissimo tempo e quando si organizza un evento il tempo è prezioso.

 

  1. Offrire un menu versatile

Non hai le idee chiare su quali cibi servire al tuo evento? Non sai come preparare o presentare i piatti che desideri proporre? Con una società di catering queste domande hanno risposte semplici. Possiamo sederci insieme e presentarti nel dettaglio tutto ciò che potrà essere servito ai tuoi ospiti e nel caso volessi eliminare alcuni piatti dal menu, oppure avessi richieste particolari, possiamo adattare le nostre proposte alle tue esigenze.

 

  1. Cura dei dettagli

Come società di catering, mettiamo tutto il nostro impegno nel perfezionare I dettagli e presentare i piatti in modo da assicurare l’effetto wow tra I tuoi ospiti. Abbiamo capacità, esperienza e pazienza necessarie per trasformare la tua visione in realtà. Possiamo adattarci ad ogni tipo di location per essere sicuri che la presentazione dei piatti sia in armonia con l’ambiente e che tutto appaia perfetto.

 

  1. Una verità

Quando un evento è gestito da una società di catering lascia un bel ricordo durevole negli ospiti. L’evento risulta più importante e strutturato. Sia che si tratti di un evento privato come un compleanno, un anniversario, un matrimonio, oppure di un evento aziendale, avere una società di catering sul posto dimostra agli ospiti che ti sei preso cura di loro, impiegando tutte le tue energie per renderlo speciale. L’attenzione ai dettagli sorprenderà piacevolmente i tuoi ospiti.

 

Questi sono solo cinque dei motivi per rivolgersi ad un catering, ma ce ne sono molti altri. Quando dovrai organizzare il tuo prossimo evento, considera il tempo a disposizione e valuta come potresti realisticamente riuscire a fare tutto da solo. Lasciare la gestione del catering ad una società professionale ti permetterà di concentrarti su altri aspetti essenziali della pianificazione e sull’evento nel suo insieme, consentendoti di goderti la festa e dedicare del tempo ai tuoi invitati

 

 

Instagram Contest Piaceri d’Italia

Vi presentiamo le ricette della vincitrice Michela Rossi

Siamo lieti di condividere con voi le tre ricette realizzate dalla vincitrice del nostro Instagram Contest: Michela Rossi, Food Blogger e Food Lover, creatrice del Blog – Cucino in Casa – da cui emerge a prima vista tutto l’amore e la passione che mette nella creazione dei suoi piatti.

Utilizzando i prodotti da noi forniti tra cui l’Olio extravergine d’oliva dell’Alta Murgia, il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio e il Piccantino di Ballabio, abbiamo chiesto a Michela Rossi ed altri Food Influencer di creare due ricette originali, ma Michela si è distinta, non solo per averne realizzate 3! ma anche per l’entusiasmo e la precisione di esecuzione, oltre ad aver ottenuto un coinvolgimento del pubblico molto alto.

Ecco le tre ricette…buon appetito!

 

 

Per non perdervi le sue ricette, potete seguire Michela sul suo profilo Instagram

Per rimanere sempre aggiornati, seguiteci sul nostro profilo Instagram

 

Scegli i Food Truck per il prossimo evento aziendale

 

Quando pensiamo ad un evento aziendale, la prima cosa che ci viene in mente è che si tratterà di qualcosa di serio, professionale, sobrio, elegante e persino, in alcuni casi, un po’ noiosi. È un pensiero comune poiché tendenzialmente formalità e classicità sono i gli ingredienti predominanti.

Proviamo a riflettere: quali sono gli eventi a cui abbiamo partecipato che, a distanza di tempo, ricordiamo? Da quali eventi aziendali siamo andati via con il desiderio di ripartecipare? Sicuramente quelli che avevano una nota di originalità (una location, un catering e/o un’attrazione non convenzionale). Dopotutto dovrebbero essere l’occasione perfetta per creare relazioni tra colleghi o clienti.

Dinamismo, interattività e divertimento, sono elementi racchiusi nei Food Truck che rappresentano oggi la soluzione di catering perfetta per gli eventi aziendali, in quanto si adatto completamente ad ogni scenario: si può noleggiare un Food Truck per qualsiasi tipo di evento: conferenze, lancio di nuovi prodotti, meeting ecc.…

Immagina i tuoi ospiti che, dopo una lunga presentazione di tre ore, lasciano la sala per essere accolti da vivaci camion-ristoranti, in cui servono dolci deliziosi, cocktail rinfrescanti o degustare particolari cibi di strada e se nel caso il tuo evento non si svolgesse all’aperto? Esistono camioncini alimentari di piccole dimensioni che si adattano perfettamente a spazi ridotti.

Oltre ad un servizio catering alternativo, i Food Truck sono un eccezionale elemento decorativo. Lo stile vintage che li caratterizza, conferiscono agli eventi aziendali quel clima accogliente in cui gli ospiti possono piacevolmente chiacchierare, senza avvertire quella tipica pressione formale.

I Food Truck sono una passione negli Stati Uniti, ma recentemente hanno iniziato a farsi strada anche nel cuore dell’Italia.

Hai mai pensato a questo colorito catering per il tuo evento? Vorresti conoscere meglio questo servizio? Noi di Piaceri d’Italia siamo a tua disposizione, contattaci senza impegno.

 

 

Barbecue sotto le stelle

 

Estate + amici/familiari = barbecue

Dopo tutto cosa c’è di più divertente che riunire parenti e amici in una giornata di sole o sotto le stelle, condividendo della succulenta carne alla brace?

Il barbecue è un metodo di cottura millenario (il primo nella storia), oggi considerato come la quintessenza della celebrazione culinaria dell’estate ed evento sociale per antonomasia, arrivato a noi dalla primitiva esigenza degli uomini delle caverne di cibarsi, grazie ai loro sforzi di caccia.

A gas, a carbonella, a fuoco lento, con mix di spezie o aromatizzata con una marinatura speciale, ogni appassionato di BBQ che si rispetti costudisce gelosamente la propria metodologia di cottura.

L’invenzione della prima griglia rudimentale viene fatta risalire ad una leggenda ambientata in un piccolo regno dell’Europa Centrale (probabilmente all’interno dell’attuale Germania).

Un giorno un Barone diede il compito ad un Mastro ferraio di costruire una recinzione per proteggere la propria dimora, ma il Mastro errò i calcoli, avanzando una grande quantità di metallo terminati i lavori. Il Barone si rifiutò allora di pagare la rimanenza, il Mastro per vendetta cucinò giorno e notte della carne sul ferro avanzato utilizzato a mo’ di griglia. Il Barone esasperato ed ingolosito dal profumo che incantava il suo naso, decise alla fine di pagare i due Ducati spettanti.

La marinatura

La qualità della carne e la padronanza del calore delle braci sono certo fondamentali per rendere unico il barbecue, ma per trasformalo in perfezione è di fondamentale importanza la marinatura.

Una breve parentesi…per i meno esperti

Per marinatura si intende quella tecnica di cottura a freddo lasciando immersi (per almeno due ore) gli alimenti crudi in un liquido (la marinata) ad elevato contenuto acido.

La marinata è solitamente composta da tre elementi:

  1. Olio
  2. Aromi
  3. Acidi (esempio limone, vino, birra)

In particolare, la funzione della marinatura nella carne, oltre a renderla più saporita, ne ammorbidisce le fibre rendendola più digeribile.

Le nostre marinature

Per il tuo prossimo BBQ ti consigliamo queste nostre tre marinature:

Per il pollo

Per caramellare il pollo lascialo immerso almeno una notte nella marinatura composta da olio d’oliva, succo di limone, un pezzetto d’aglio e…una spolverata di cannella + cardamomo.

 Per l’agnello

L’agnello ama l’origano. Anche per questo tipo di carne la base della marinatura è formata da olio, succo di limone e aglio, con l’aggiunta però di una spruzzata di vino rosso e origano fresco. In mancanza di origano, in alternativa puoi utilizzare il timo o il rosmarino.

Per il maiale

Se l’agnello ama l’origano, il maiale si sposa bene con la birra. Per prepararla è necessario unire a, circa cinque cucchiai di olio extra vergine d’oliva, 500 ml di birra scusa, una foglia di alloro, un po’ di rosmarino un pizzico di sale e del succo di limone.

A questo punto non ci resta che augurarti buone vacanze e un strepitoso barbecue sotto le stelle.

 

 

Giornata mondiale del Mar Mediterraneo

 

Pesci: dal Mar Mediterraneo alle nostre tavole.

Il pesce è uno dei cardini portanti della nostra dieta, ma come potrebbe essere diversamente se consideriamo che il nostro paese è circondato per circa il 90% dal mare in cui vivono oltre 300 specie commestibili?

Nonostante la varietà, sulle nostre tavole portiamo quasi sempre i soliti tipi (diciamoci la verità quante volte in un anno abbiamo mangiato il branzino e quante il pesce sciabola?).

Diversificare le nostre scelte non è facile, siamo orientanti verso l’acquisto di un prodotto più noto, rispetto a quello meno “popolare”, eppure basterebbe conoscere un pochino meglio il “pesce povero” per capire che, al pari di quello bianco e azzurro, ci forniscono lo stesso valore proteico, hanno calcio e fosforo in abbondanza, ma molto più economico (che non guasta mai).

Una ricchezza quasi totalmente non sfruttata e che ci permetterebbe di evitare il rischio di estinzione delle specie conosciute.

Pesce azzurro Vs pesce povero

Perché il pesce azzurro è così importante? Perché è ricco di omega 3, di proteine e povero di grassi nocivi…e il pesce povero? Ha le stesse proprietà nutrizionali, non esiste infatti differenza! Pesce azzurro e pesce povero sono solo espressioni adottate per consuetudine, la prima indica i pesci caratterizzati da una colorazione tendente al blu, la seconda indica i pesci che hanno un minor valore commerciale, quindi povero dal punto di vista del guadagno.

Alcuni pesci poveri: Aguglia, alaccia, alalunga, alice, alletterato, boga, cefalo, cicerello, costardella, fasolaro, lampuga, lanzardo, leccia, merluzzetto, moscardino, muggine, occhiata, pagello, palamita, patella, pesce castagna, pesce sciabola, sgombro.

Sai riconoscere un pesce fresco?

Quando stai per acquistare il pesce, ricorda di assicurarti che:

  1. Dovrebbe essere esposto su una superficie inclinata per facilitare l’eliminazione dell’acqua prodotta dallo strato di ghiaccio su cui è posizionato.
  2. La pelle deve essere lucida, elastica e con un certo riflesso metallico, inoltre deve essere ben attaccata alla carne.
  3. Un odore forte e pungente è un chiaro segnale delle sue cattive condizioni.
  4. Le squame devono essere intatte, lucide e umide.
  5. Gli occhi del pesce fresco sono sporgenti e luminosi, quando il pesce non è fresco, gli occhi sono infossati, le pupille diventano grigie e la cornea è lattiginosa.
  6. La cavità addominale (intestino) dovrebbe avere abbondanti macchie di sangue. Le branchie, invece, dovranno avere un colore rosso o rosa intenso.

Oltre a queste caratteristiche generali che denotano la sua freschezza, ci sono altri aspetti da tenere in considerazione a seconda del gruppo a cui appartiene il pesce in questione:

  1. Pesce bianco (sogliola, gallo, rana pescatrice, nasello, merlano, ecc.): Deve avere occhi chiari e non avere aree giallastre attorno alle branchie. La pelle è liscia, senza pieghe e le squame sono ben attaccate.
  2. Pesce azzurro (sardina, acciuga, sgombro, trota, ecc.): deve essere compatto e rigido, inoltre deve avere l’occhio sporgente e chiaro e la pelle sarà tesa.

 

Per approfondire ti consigliamo di leggere la guida ai consumi ittici di Greenpeace.

 

 

Panino icona, simbolo di un’intera generazione…l’hamburger

 

C’è chi lo ama e chi mente! Non esiste un’altra verità perché è impossibile rimanere indifferenti davanti ad un gustoso hamburger.

La semplicità delle sue origini, la velocità di consumo e l’esplosione di sapore che provoca quando si mangia, l’ha trasformato dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi in un’icona mondiale, probabilmente più riconoscibile e famosa di una star di Hollywood.

Basti pensare che negli anni ’80 in Italia dall’hamburger ne è nato un fenomeno generazionale, un modo di vivere, uno status symbol…Il Paninaro. Una sottocultura di giovani che ha creato un suo linguaggio, un proprio modo di vestirsi preso in prestito dalla classe contadina ed operaia americana.

La ricetta originaria americana

Nonostante le varie evoluzioni, la ricetta originaria dell’hamburger americano è rimasta pressoché invariata:

  • Pane
  • Cipolle disidratate
  • Carne di manzo
  • Senape gialla
  • Ketchup
  • Cheddar
  • 2 fette di cetriolo sottaceto

 

L’hamburger non è solo fast food

È innegabile il merito dei fast food di aver esportato e fatto apprezzare in tutto il mondo l’hamburger nei suoi molteplici sapori, ma noi crediamo anche che vero hamburger si possa considerare anche quello realizzato con prodotti di qualità, nazionali e accessibili a tutti.

Da veri paladini del gusto non possiamo non proporti la nostra versione dell’hamburger!

Ingredienti per 4 persone:

  • 500 gr di carne di fassona tritata
  • 4 panini da hamburger
  • b di olio extravergine d’oliva
  • b sale
  • b di pepe nero
  • 4 fette di fontina o di provolone
  • Maionese
  • 1 cipolla rossa di Tropea
  • ½ bicchiere d’acqua
  • 1 cucchiaino di zucchero.

Si inizia dalla preparazione della fassona piemontese, mettendola in una terrina sufficientemente capiente. Condiscila con l’olio d’oliva extravergine un pizzico di sale ed un pizzico di pepe, amalgama bene il tutto e forma le 4 polpette da circa 120 gr l’una, schiacciale leggermente in modo tale da dare la classica forma dell’hamburger e lascia riposare il tutto per qualche minuto in frigorifero.

Nel frattempo, ti occuperai della preparazione della cipolla rossa di Tropea caramellata. Si comincia sbucciandola e tagliandola a rondelle abbastanza sottili. Con un filo d’olio ungi la padella (preferibilmente antiaderente), a questo punto disponi le rondelle, bagnale con il ½ bicchiere d’acqua e condiscile con un pizzico di sale ed un cucchiaino di zucchero.

Accendi il fornello la sciando la fiamma a media intensità, non appena l’acqua inizia a sobbollire coprila con un coperchio ed abbassa la fiamma. La cipolla andrà fatta cuocere per circa 5 minuti, quando sarà diventata morbida e caramellata andrà tolto il coperchio e fatta evaporare l’acqua ancora presente.

Passiamo ora alla cottura della carne e del pane. Taglia i panini, spennellali con un filo d’olio e disponibili sulla griglia o sulla piastra in ghisa ben calda; tostali per alcuni secondi e mettili al caldo mentre grigli la carne.

Sulla stessa piastra o griglia fai cuocere i tuoi hamburger di fassona per circa 6-7 minuti per lato, quando sta per terminare la cottura adagia una fetta di fontina o provolone sulla carne ed attendi che sia completamente sciolta.

Gli hamburger sono quasi pronti manca solo l’assemblamento degli ingredienti. Sulla fetta di pane superiore spalma un po’ di maionese (meglio se fatta in casa), sulla fetta inferiore invece adagia la carne ricoperta di formaggio e distribuisci sopra le cipolle caramellate.

 

 

Enogastronomia e turismo – Rassegna stampa

 

Rassegna stampa dopo la conferenza alla Camera di Commercio di Lecco

 

http://www.resegoneonline.it/articoli/oscar-farinetti-a-lecco-per-parlare-di-enogastronomia-e-turismo-20190516/

https://lecconotizie.com/societa/lecco-societa/oscar-farinetti-eataly-a-lecco-per-un-evento-dedicato-a-cibo-e-turismo/

https://www.leccofm.it/2019/05/16/eataly-e-piaceri-ditalia-arrivano-a-lecco-il-28-maggio-enogastronomia-e-turismo-i-temi-sul-tavolo/

 

 

World Whisky Day…anche gli Angeli bevono Whisky.

 

“Troppo di tutto è male, ma troppo buon whisky è appena sufficiente” – Mark Twain-

Il Whisky non è una semplice bevanda alcolica, è uno stile di vita, è simbolo di carattere, è un piacere per l’anima. Film, musica, letteratura, sono imbevute di questo distillato avvolto da una misteriosa nascita. Anche se Irlanda e Scozia continuano a contendersi la paternità del Whisky, tutt’ora non esistono testimonianze certe sulla data della prima distillazione.

Possiamo però dire che il metodo di distillazione arriva dalla Persia del 1.000 a.C. e si evolve grazie agli studi alchemici del popolo arabo. Dopo essere passato dalla Cina e dall’India, il processo di distillazione fu perfezionato dai greci e dai romani che crearono bevande sia per uso terapeutico, sia per uso alimentare.

La parte destinata agli angeli (Angel’s Share)

Con la parte degli angeli o in inglese Angel’s Share (di cui consigliamo agli intenditori e non anche la visione del film omonimo) oggi intendiamo la quantità di Whisky che durante la maturazione evapora dai barili in legno, ma perché è stata definita così? Per capire l’origine del termine dobbiamo nuovamente scomodare gli antichi romani. Quando i distillatori dell’epoca andavano a riaprire i barili a fine invecchiamento, si trovavano uno scenario differente: da un barile colmo a metà distillato. Non avendo ancora la possibilità di trovare risposte nella scienza, i romani credevano che la parte mancante fosse una sorta di tassa riscossa dagli angeli, i quali avevano il compito di proteggere le persone ed il loro lavoro.

Anche il Diavolo vuole la sua parte

Angeli e Diavolo sono accumunati dalla passione per il Whisky, infatti, anche quest’ultimo pretende la sua parte di nettare. Il taglio del Diavolo o in inglese The Devil’s cut, è quella parte di distillato che viene assorbita dal legno delle botti, la quantità varia in base al tipo di porosità.

Whisky e Whiskey, non ci sono errori ortografici

Se ci hai prestato attenzione, alle volte ti sarà capitato di leggere Whisky altre invece Whiskey, è un errore ortografico? Sciogliamo ogni dubbio. Nessuno dei due termini contiene errori ortografici, la doppia grafia dipende dal luogo in cui viene prodotto:

  • Il Whisky è scozzese e canadese
  • Il Whiskey è irlandese e statunitense.

I quattro paesi sono anche i produttori più importanti a livello mondiale.

 Curiosità sul Whisky

Attorno al Whisky esiste una vera e propria cultura che è per noi impossibile riassumere in questo piccolo spazio, vogliamo però regalarti alcune curiosità così da comprendere un pochino meglio questa preziosa acquavite.

  • Ogni secondo vengono esportate dalla Scozia circa 34 bottiglie di Whisky.
  • La forma triangolare del Glenfiddich rappresenta i tre pilastri del Whisky: aria, acqua e orzo.
  • Il famoso cantante Frank Sinatra fu sepolto con una bottiglia di Jack Daniel’s
  • La distilleria Ardbeg inviò dei campioni di malto sulla Stazione Spaziale Internazionale per capire come la gravità zero potesse influenzarne la maturazione.
  • Esistono oltre 300.000 varietà di orzo, ma solo un numero ridotto è adatto per la produzione del Whisky.
  • Nel 1956 la parola Whiskey sostituì William nell’alfabeto fonetico NATO.
  • Il noto Fisico Nikola Tesla beveva Whisky ogni giorno perché convinto che lo facesse vivere per 150 anni.
  • Per terminare la sceneggiatura di Blue Dahlia, l’autore Raymond Chandler ha bevuto Whisky per otto giorni consecutivi sotto la supervisione dei suoi segretari, un’infermiera ed un medico.
  • George Washington è stato l’unico padre fondatore a gestire commercialmente una distilleria. Era una delle più grandi distillerie del suo tempo, ma fu purtroppo distrutta da un incendio pochi anni dopo l’apertura.
  • Da bambino all’ex presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosevelt, furono prescritti sigari e Whisky per alleviare la sua asma.

E tu hai un Whisky o Whiskey preferito? Hai mai provato il Puni, prodotto dall’unica distilleria attualmente in Italia? Scrivici nei commenti.

 

 

Pasqua e i suoi cibi, ad ogni regione la sua ricetta tradizionale

 

Pizza gourmet, cucina fusion, cibi esotici…non esiste moda gastronomica che possa sostituire le nostre pietanze tradizionali, soprattutto durante le festività.

A Pasqua sulle nostre tavole, sicuramente non mancheranno quei piatti che ci accompagnano dall’infanzia, tramandati dalle nostre nonne alle nostre mamme, fino ad arrivare a noi. Ricette differenti da Nord a Sud dello stivale, ma unite da quel tocco magico che solo le antiche tradizioni riescono a custodire.

 

Ecco quali sono i piatti tipici, regione per regione.

 

Valle d’Aosta

Nella piccola e periferica Val d’Aosta è immancabile la Crescia di Pasqua. Una focaccia lievitata arricchita nell’impasto da olio d’oliva, uova e pecorino grattugiato, accompagnata da fette di salame. Il secondo piatto must è lo spezzatino di agnello in umido.

Piemonte

Il menù piemontese tradizionale: si parte dal tenero vitello tonnato, a seguire i deliziosi Agnolotti del Plin: una base di pasta fresca all’uovo ripiena di lonza di maiale, cosce di coniglio, vitello, spinaci e parmigiano. Agnello al forno con patate come secondo e per concludere le ciambelle pasquali.

Lombardia

Pasta sfoglia farcita da prosciutto, asparagi, parmigiano e pollo rosolato in padella: sua eccellenza la torta Pasqualina, accompagnata dall’intramontabile polenta e formaggi.

Liguria

In Liguria il pranzo pasquale non può che concludersi con il Cavagnetto (cestino), un dolce a forma di cestino dentro al quale viene posto un uovo, incastrato tra le strisce di pasta.

Veneto

In Veneto, l’insalata pasqualina, non chiamatela solo contorno! È molto di più! È una ricca insalata mista, composta da asparagi, code di gamberi, uova sode, uova di quaglia, cuore di lattuga e olive verdi.

Friuli-Venezia Giulia

Simile ad una brioche non molto dolce, la Pinza Triestina è l’amatissimo dolce tipico friulano. Il suo sapore agrumato si sposa perfettamente sia con i formaggi ed i salumi, sia con le confetture.

Trentino-Alto Adige

In trentino la tradizione vuole che l’impasto formato da polpa di agnello, prezzemolo, rosmarino e scalogno, venga avvolto sottoforma di polpette nella rete di maiale. Dopo essere state prima rosolate in padella e successivamente passate in forno, sanno protagoniste del pranzo pasquale.

Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna non è Pasqua se in tavola non vengono servite le lasagne verdi alla bolognese. I rettangoli di sfoglia di color verde nascono dall’impasto di farina, uova e spinaci lessati. Successivamente guarniti con ragù di carne, parmigiano e cremosa besciamella.

Toscana

Il piatto principe in Toscana, rispetto alle altre regioni, è forse un po’ più leggero ma dal sapore intenso. La minestra (o brodo) di gallina, preparato come tradizione vuole: cuocendo la gallina con il brodo di sedano, carota, cipolla, alloro, pepe, agli e prezzemolo.

Umbria

Con l’avvicinarsi della Pasqua, in Umbria, si inizia a preparare il Torcolo. Un dolce che secondo la tradizione veniva portato in dono dal giovane fidanzato alla sua amata, per chiederla in sposa durante il giorno di Pasqua. Il Torcolo viene realizzato con una base di farina, zucchero, canditi, uvetta e Alkermes.

Marche

Grazie alle Vergare, le contadine delle campagne marchigiane, possiamo assaporare le Ciambelle strozzose. Si narra che la Vergare fossero solite impastare questo dolce il Venerdì Santo, per poi cuocerle la domenica di Pasqua. Le ciambelle vengono realizzate ancora oggi con pochi e semplici ingredienti e gustati al naturale o con cioccolato fuso o glassa al limone.

Lazio

Sulle tavole dei laziali cosa ci sarà per Pasqua? Certamente non mancheranno i gustosissimi carciofi fritti ad accompagnare l’abbacchio a scottadito, piatto simbolo di questa regione.

Abruzzo

Nel menù di Pasqua delle famiglie abruzzesi, un posto d’onore è riservato ai Fiadoni. Stuzzichini salati di sottile pasta sfoglia farciti con formaggio (preferibilmente pecorino) e uova.

Campania

 Se chiediamo ad un campano qual è il piatto tipico di Pasqua, senza il minimo dubbio risponderà Pastiera. Un dolce spettacolare composto da pasta frolla, un ripieno a base di ricotta arricchito dal gusto fresco e marcato della scorza d’arancia.

Molise

I Casciaielli sono una specialità tutta molisana, si mangiano per colazione e come antipasto nella giornata di Pasqua. Sono panzerotti salati farciti con un ripieno di uova, caciotta e pepe nero.

Basilicata

La Pasqua in Basilicata si festeggia con il Piccillato, un pane salato molto simile ad una focaccia molto soffice, decorato esternamente da uova sode.

Puglia

Conosciute in tutto il Sud Italia, le Scarcelle sono il dolce tipico pasquale della Puglia. La sua forma originaria è una ruota, ma di zona in zona possiamo trovare oggi differenti varianti (colomba, coniglio, uova ecc…), ma qualsiasi sia la forma, l’impasto non cambia: farina, uova, zucchero e decorazioni fatte di glassa, zuccherini colorati e ovetti di cioccolato.

Calabria

La Pitta di Pasqua calabrese è una torta salata rustica, preparata con ingredienti molto semplici, ma saporiti: ricotta, soppressata e pecorino avvolti da una pasta del pane (assolutamente no sfoglia).

Sicilia

I piatti della tradizione pasquale in Sicilia vedono tutti come protagonista l’agnello. Si passa dalle Impanate tipiche della città di Ragusa, all’agnello aggrassato, passando per l’agnello in umido al sugo.

Sardegna

Impossibile essere in Sardegna a Pasqua e non assaporare i Culurgiones, i ravioli di pasta fresca farciti con un ripieno cremoso di formaggio e patate, conditi con un sugo di pomodoro fresco e basilico.

 

 

 

Il giro delle venti regioni italiane ed i rispettivi piatti tradizionali di Pasqua sono terminati, vi auguriamo buon appetito ed una felice Pasqua.